Chi vive una esperienza di sradicamento si dà strumenti per sostenersi nei traumi subiti. Nel testo la questione viene affrontata in base alla esperienza clinica e all’esame di biografie di personaggi storici e legati al mondo dell’arte. Lo sradicamento verrà visto come un processo non del tutto negativo e se ne considerano gli aspetti familiari, gruppali, socio-antropologici. I principali meccanismi di compensazione descritti nel testo sono ri-concettualizzati a partire dal lavoro terapeutico e, quindi, nella elaborazione del controtransfert dell’analista. Vengono così messi a fuoco tre principali meccanismi di compensazione nella esperienza di sradicamento: il ripiegamento della famiglia su sé stessa, il falso sé o iper-adattamento al nuovo contesto culturale e il ricorso all’antenato.
The person who experiences eradication elaborates tools to support him/herself in the subjected traumas. The article addresses the issue on the basis of the clinical experience and the examination of historical figures linked to the art world. Eradication is seen as a not totally negative process, and its familiar, groupal and socio-anthropological aspects are taken into consideration. The main compensation mechanisms described in the article are re-conceptualized from the therapeutic work and, therefore, in the elaboration of the analyst’s counter-transference. Thus, three main compensation mechanisms of the eradication experience are figured out: the family inward-folding, the false Self or the hyper-adaptation to the new cultural context and the recourse to anchestor.