Dopo aver analizzato gli aspetti psicodinamici dei pazienti gravi e “difficili”, gli Autori esaminano gli Offender, convenendo che, almeno inizialmente, la struttura psicodinamica sia simile in entrambi, utilizzando il criminale gli stessi strumenti difensivi arcaici: scissione, negazione, ribaltamento della prospettiva e identificazione proiettiva. Attraverso quest’ultima il soggetto proietta le parti più tossiche della sua personalità in “contenitori” esterni (ad es., il gruppo di cura), che poi considera come oggetti pericolosi da distanziare (Cartwrig, 2002). Secondo Hyatt-Williams (1998), i criminali non si limitano all’esternalizzazione delle parti scisse e al controllo manipolativo dei container, ma lanciano un attacco diretto e violento contro di essi, distruggendoli o depotenziandoli gravemente. E’ solo attraverso un’analisi di queste dinamiche (Yakeley, 2012) che una Psicoterapia forense si potrà occupare anche dell’équipe curante, con il lavoro di gruppo svolto su di essa. In chiusura, l’importanza della psicoterapia del gruppo e sul gruppo viene esemplificata, illustrando un caso paradigmatico di scissione dell’équipe curante.
Scenari di manipolazione e di crimine: quale psicoterapia per l’offender?
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Mazzocchi A., Faranca I. (2019) "Scenari di manipolazione e di crimine: quale psicoterapia per l’offender?
" Gli Argonauti, 159(1), 47-62. DOI: 10.14658/PUPJ-ARGO-2019-1-4
Year of Publication
2019
Journal
Gli Argonauti
Volume
159
Issue Number
1
Start Page
47
Last Page
62
ISSN Number
0391-7274
Serial Article Number
4
DOI
10.14658/PUPJ-ARGO-2019-1-4
Issue
Section
Esperienze Cliniche