Fuga dal Claustrum. Intrusività e crimine

Abstract
In questo articolo si pone l’accento sull’importanza dell’identificazioneproiettiva nell’intrusione del soggetto nell’oggetto esterno (detto Containero Target). Quest’ultimo, secondo Meltzer, viene trasformato, dalle proiezionidelle angosce psicotiche e degli oggetti tossici evacuati, in un ricettacoloclaustrofobico, anatomico e mentale, il Claustrum. In tale recesso anelastico edangusto, parti del Sé rimangono incarcerate, adese agli oggetti espulsi, e peril soggetto non vi è possibilità di fuga e/o di speranza di reintegrare le partiscisse. Partendo dalle geniali intuizioni di Meltzer, si ripropone, in ambitocriminogenetico, l’idea che alla base dei crimini più violenti (omicidi anchemultipli, stupri, mutilazioni) si possa cogliere il disperato tentativo di evaderedal Claustrum, distruggendolo come fosse una prigione infernale – una Giudeccagelida e dannata ab aeterno – da cui evadere a qualsiasi costo e con qualunquemezzo per cercare di sopravvivere come identità e come individualità, seppurconfuse e frammentate. Si espone, infine, un caso clinico di lesioni personaligravissime a parziale corroborazione di quanto congetturato.
Mazzocchi A. (2018) "Fuga dal Claustrum. Intrusività e crimine " Gli Argonauti, 157(2), 141-154. DOI: 10.14658/PUPJ-ARGO-2018-2-4  
Year of Publication
2018
Journal
Gli Argonauti
Volume
157
Issue Number
2
Start Page
141
Last Page
154
Date Published
06/2018
ISSN Number
0391-7274
Serial Article Number
4
DOI
10.14658/PUPJ-ARGO-2018-2-4
Issue
Section
Saggi